martedì 22 marzo 2011

SILVIO SOTTO LA MOLE (DI PROTESTE)

Silvio Berlusconi oggi è stato a Torino per presentare Michele Coppola, il candidato a sindaco del PdL alle prossime comunali.
Omino di plastica in puro stile PdL, di bella presenza e dalla comunicazione accattivante (ricordate i suoi manifesti elettorali alle regionali? Su le mani, come in discoteca), Coppola è in Forza Italia sin dai primordi del partito. I maligni sussurrano che sia la moglie Emanuela Riccio "quella coi soldi", ma il premier in persona si è scomodato per lui e questo qualcosa deve pur significare.
Presente ma non troppo su FB e su Twitter, il suo sito è ancora una banale vetrina.
Quello dello smunto Piero Fassino, a cui un sostenitore di Coppola vorrebbe lasciare, cito letteralmente dal gruppo ufficiale su FB, il testimonial delle campagne per la fame nel mondo, è zeppo d'informazioni, per non parlare della campagna elettorale "fatta in casa" ma mai invadente o di cattivo gusto del Movimento 5 Stelle con Vittorio Bertola, un nome che nel mondo di Internet è una garanzia, visto che lo conoce come le sue tasche. Probabilmente non sono belli da vedere e non hanno celebrato un matrimonio fescion, ma al contrario del pubblicitario rampante sono on line, eccome.
Non sottovaluto di certo Coppola, anzi, lo temo. Fassino ha avuto un grande successo alle primarie, ma Coppola è giovane e non vive a Roma da vent'anni, è più legato alla storia recente del territorio.
Non penso che Torino sposterà l'ago della bilancia a destra nel dopo-Chiamparino, ma spero che nessuno prenda sottogamba Coppola.
Un contestatissimo Berlusconi, nell'introdurlo ai torinesi, ha fatto il suo show e ha dimostrato che in testa ha sempre e solo una cosa.
C'e' bisogno di una scopa nuova, che scopi meglio, ha detto.
Il solito comico, insomma, che in serata a cena col fior fiore dell'imprenditoria torinese è passato dall'arrapato al commosso. Sono addolorato per Gheddafi e mi dispiace. Quello che accade in Libia mi colpisce personalmente.
Un controsenso vivente, perlomeno leggermente confuso, vista la situazione internazionale.
Non vedo l'ora di sentire la smentita per bocca del ministro La Russa, nel suo gergo militare maccheronico.
Berlusconi intendeva dire non siamo in Libia per fare del male a Gheddafi perché abbiamo dato solo assetti, quindi aerei anti radiazioni (prendete nota, è il business del futuro, il Giappone e l'Ucraina ce li pagherebbero a peso d'oro).
Riesco ad immaginare anche la risposta di Gheddafi: Io quello lì non l'ho mai visto, è tutta un'invenzione dei giudici comunisti.

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