sabato 8 dicembre 2012

LA TERRA DEI CACHI (more than ever)

I didn't write anything about the PD primary elections because everyone else did and, most of all, I knew I wouldn't have been objective as I always try to be. 
I thought Matteo Renzi was the best choice for Italy because he had a program and, surprise, surprise, you could read it. You were able to try to figure out what he would have done because it was all there, in black and white. 
I didn't agree with everything he said. Sometimes he was too imaginative and he often sounded too liberal for my tastes. At the same time, the other candidates weren't that effective explaining their idea of future Italy. They had wooly programs and someway they are part of the same establishment Italians claim they want to get rid of. 
Nevertheless, Renzi didn't win. This is democracy. 
The sixty-one year old leader of the Democratic Party in Italy, Pierluigi Bersani, is not as charismatic as his younger competitor, but he was considered more solid and reliable by PD voters. 
Will he be strong enough to face the new berlusconian waging against the rest of the Italian political scenario? Silvio Berlusconi is going to perform his best fight ever. He's going to give anything to lead Italy once again: tv, newspapers, every useful part of his economical empire is going to be dedicated to his cause.
We'll see. 
Meanwhile, Angelino Alfano is going to explain President Napolitano why Mario Monti failed and why he should leave. 
This is going to be a funny weekend. 
Get ready and stay tuned. 

giovedì 4 ottobre 2012

ITALY'S GOT GOVERNMENT (1)


Previously on "Italy's got government" 
Some years ago, the Italian politicians started telling the people that parliamentary majorities based on feeble coalitions were not fit to govern a country like theirs. What Italy needs, they said, is a steady system, with two prevailing parties competing to govern. 
From that moment on, they kept changing rules and confusing voters. 



Matteo Renzi, mayor of Florence and candidate for the 2012 primary elections of Italian Democratic Party, was in the USA just a month ago, at the Democratic National Convention in Charlotte, NC. I bet he would have never been invited if his party had kept his original name, Italian Communist Party. 
Obviously, the current Democratic Party has really little to do with his massive, monolithic ancestor, which was the greatest communist party of the Western world. The PD, this is how it's commonly called, has collected also many ex christian democrats, ex radicals, moderates, unsettled and whatsoever. There are more trends in the PD than on Paris catwalks. 
Only one thing hasn't changed over the years: the decision-making process is still in the hands of a small group of party notables. 
Pierluigi Bersani, Massimo D'Alema, Rosy Bindi, Walter Veltroni and others have spent a long time at the Parliament as representatives and they don't want to stop at all. They're professional politicians: many of them started as teenagers and never had another job. 
Renzi, on the other hand, has got a precise nickname, the wrecker, because he'd like to change his party from the very basis. He claims that politicians should be more like civil servants with defined programs, mandates and terms, quitting the roles of untouchable men of the establishment. 
Here the disputes come. Renzi is a liberal democrat, and perhaps his program sounds too liberal for the whole coalition itself, but it is the only one available on line so far. Indeed, no news as yet from his principal competitors, Bersani and Nichi Vendola. 
Leaving aside ideas and ideals, Renzi has got a communicative style that reminds people of Silvio Berlusconi. The former Italian prime minister has been the very first to use a contemporary and - why not? - American approach to electoral campaigns in his country. Renzi is on this path himself, but he doesn't own a multimedial corporation and, most of all, he is not as wealthy as Berlusconi. He's not one of the richest man in Europe, there's not conflict between his interest and nation's. For what we know, there aren't prostitutes, corruption or trials round the corner. Bersani speaks to people's commons sense; Vendola addresses straight to their brains. Renzi is different: he reconciles hope and dreams of a possible, better future, with practical purposes, likewise Berlusconi in 1994. 
Maybe Renzi will prove to be nothing more than a wrecker, but he could also be the opportunity for Italy to answer an old question: despite Berlusconi's disaster, could there be a liberal Italy? 





lunedì 7 maggio 2012

Libera università di Albadania


C'era una volta un paese in cui la parola laurea spesso si associava al concetto di mobilità sociale. Il sistema della pubblica istruzione di quel paese è poi andato in pezzi: la graduale massificazione dell'università italiana non è stata un bene. Si doveva tentare di mettere tutti nelle stesse condizioni di partenza, invece si sono livellati verso il basso i traguardi, con titoli sempre meno spendibili sul mercato del lavoro ed un cumulo di diplomi che al momento dei fatti si riduce ad un "lei è troppo qualificato/a". Chi è abbastanza fortunato e capace cerca l'esperienza all'estero, altri scappano e basta, alcuni si arrendono, altri ancora resistono.

Nonostante tutto, c'è ancora di nel "pezzo di carta" crede fermamente. Tra questi studenti, uno è salito alla ribalta negli ultimi anni grazie alle scarse capacità intellettuali e scolastiche, alle quali ha sempre accompagnato posizioni di prestigio ingiustificate.
Renzo Bossi, dopo aver inanellato tre bocciature all'esame di maturità, ha puntato tutto su un'istruzione internazionale. Alla UK, tanto da "convincere" il Senatur che stava studiando Economia in Inghilterra: peccato che UK stesse per Universitati Kristal, ateneo privato albanese che anche in patria è considerato un diplomificio. Il Trota si dimostra degno figlio di suo padre; diplomato per corrispondenza (forse) presso Scuola Radio Elettra, il Senatùr in gioventù ha dato ben tre feste per una laurea in medicina mai conseguita. Supponiamo che in un partito Bossi-centrico quest'ultimo fosse davvero all'oscuro degli affari loschi del figlio e da imbroglione sia diventato imbrogliato: non possiamo non comprendere il suo orgoglio. Il Trota avrebbe sostenuto 29 esami (VENTINOVE, meglio scriverlo grande e per esteso) e si sarebbe laureato in 14 mesi (QUATTORDICI), il tutto rigorosamente in lingua albanese. 
Un acquisto azzeccato, questa laurea: nessuno potrebbe mai insospettirsi, vero? 
Chi se ne importa se ha superato a fatica il liceo? Compriamogli una laurea, gli piace tanto.

Stiamo parlando degli stessi Bossi e della stessa Lega Nord che governavano fino all'altro ieri nonostante non abbiano nessun rispetto per il paese, le istituzioni e la bandiara; quelli che oggi giocano a fare l'opposizione dura e pura, come se non sapessimo chi ci ha accompagnati per mano sull'orlo del precipizio. 
Quelli che in tv iniziano ogni intervento con l'espressione "Noi della Lega...", quasi a dire "Noi siamo noi, e voi non siete un cazzo".
Quelli che si spacciavano come immuni alla corruzione e al nepotismo, un partito perfetto immaginario che ascolta sempre i militanti.
Quelli che credono nell'esistenza di uno stato-nazione di nome Padania.
Quelli contro Roma Ladrona, la banda dei più che onesti. 
Quelli che solo ai loro stessi occhi sono la kalokagathia della politica italiana: belli perché genuini e buoni perché mossi da "nobili" ideali. 
Quelli che nei videogame affondano le navi dei clandestini che vorrebbero vedere colare a picco anche nella realtà. La stessa Lega di Borghezio, che disinfetta i treni su cui salgono gli stranieri. La Lega dei fumetti di Capitan Padania, emulo scemo di Captain America, che salva il Senatùr dai terroristi islamici e dagli immigrati cattivi. 
Proprio loro sono andati ad acquistare una laurea in Albania: forse per sentirsi a casa l'avranno chiamata Albadania, chi lo sa? 
Gli studenti albanesi studiano, di sicuro più di Bossi, e protestano: il Trota quasi certamente non ha mai messo piede in Albania, ma se l'ha fatto ha preso una laurea da clandestino. Non è cittadino, non è residente, non risulta che abbia mai chiesto un permesso di soggiorno, come invece deve fare uno studente albanese per frequentare le nostre università. Al di là dell'Adriatico è stata aperta un'inchiesta.
L'attestato di laurea di Bossi Jr. era custodito in cassaforte dal tesoriere Francesco Belsito. Sarà costato una fortuna, meglio tenerlo al sicuro, in effetti. Si hanno dei dubbi anche sul diploma in ragioneria dello stesso Belsito. Se non fosse tutto vero, ci sarebbe da sbellicarsi dalle risate. 
Dopo questa sequela di eventi, come fa Bossi padre a gridare ancora al complotto antileghista? E' così bassa la stima che ha dei suoi elettori? Ma soprattutto, come può la famosa "base" leghista credergli? Cercare risposta nell'ignoranza da sempre attribuita agli elettori della Lega è sbagliato, riduttivo e controproducente. Dopo i fondi in Tanzania, la casa ristrutturata a sua insaputa, l'autista-bancomat, la laurea albanese, Bossi può ancora essere visto come credibile dalla "sua" gente? Semplicemente, non è possibile bersele tutte: in tal caso si andrebbe oltre il coraggio, oltre l'amore. Sarebbe fede, e Bossi non è Dio. 
Il test elettorale locale di cui oggi avremo i risultati ci dirà se, quanto e come il ciclo di scandali che coinvolge la Lega Nord ha avuto effetto sul voto e sull'elettorato, ma soprattutto potremo rispondere ad una domanda: i leghisti sono migliori di chi li ha guidati sinora? 

(Una piccolissima dedica alla mia amica Sonila, brillante studentessa, impegnata lavoratrice, onesta cittadina albanese che da anni vive in Italia: Renzo in confronto a te può solo rosicare.)

Pubblicato anche su you-ng.it

mercoledì 28 marzo 2012

DAL NOSTRO INVIATO IN ITALIA

Grazie per la linea, collega.
Un uomo di 58 anni si è dato fuoco di fronte alla sede dell'Agenzia delle Entrate a Bologna, Emilia Romagna. Soffocato dal suo stesso paese, ha deciso di farla finita: è ricoverato presso il centro grandi ustionati di Parma, gravissimo.
A Taranto, Puglia, si è chiuso ieri il processo ad un ragazzo per il presunto furto di un ovetto Kinder. Tre anni di procedimento, soldi, carte bollate e un'assoluzione non così scontata. Insomma, se tanto mi dà tanto, ha rischiato l'ergastolo.
A Torino, Piemonte, dopo l'incremento dei costi di biglietti degli autobus e parcheggi, arriva anche quello delle strisce blu: raddoppieranno i parcheggi a pagamento, al punto che anche la fauna del Parco della Mandria si aspetta la stangata. Si attende inoltre un'ulteriore sforbiciata al trasporto pubblico, a conferma del fatto che a prezzi più alti non corrisponde affatto un servizio migliore. Dimenticavo: in caso di disgrazie varie ed eventuali, terremoti, frane, alluvioni, caduta meteoriti, invasioni aliene e quant'altro, per far fronte all'emergenza saranno aumentate le accise sui carburanti. Tradotto: i torinesi dovranno lasciar perdere pure la macchina, nonostante l'azienda cittadina per eccellenza produca proprio automobili.
In Calabria è stato arrestato il giudice Giusti, accusato di corruzione aggravata dalla finalità mafiosa.
A Treviso, in Veneto, due aziende sono state colte ad evadere il fisco per svariati milioni di euro con metodi degni di Diabolik: erano addirittura state approntate delle stanze segrete in cui veniva tenuta la vera contabilità.
In Lombardia il Consiglio Regionale vanta il 10% di indagati, rigorosamente bipartisan.
L'Anas teme l'esodo di Pasqua sulla Salerno-Reggio Calabria, gli automobilisti temono l'Anas e la Salerno-Reggio Calabria.
Per le notizie è tutto, ma voglio informare i telespettatori e voi colleghi in studio che ho chiesto al presidente Monti un'intervista e non appena sarà tornato dalla tournée in Asia ci incontreremo.
Il tema sarà il suo senso dell'umorismo: non è possibile che pensi davvero che il più grosso problema dell'Italia sia l'articolo 18, dai, su.
Da Roma è tutto, restituisco la linea allo studio. Ford Prefect* per Betelgeuse TV, arrivederci.






* Ho presto in prestito (con totale deferenza) il nome di Ford Prefect, uno dei protagonisti della Guida Galattica per gli Autostoppisti, nonché uno dei suoi principali contributor. Se non avete ancora letto il libro di Douglas Adams, fatelo! :)


martedì 20 marzo 2012

DIVERSAMENTE BAMBINI

Quello che è successo a Tolosa è terribile.
Un abominio, l'ha definito Benjamin Netanyahu. Il gesto di un pazzo,
certamente, che rivela che il germe antisemita in Europa è ancora
vitale.
Perché Netanyahu non riesce a vedere lo stesso abominio anche nel
numero di bambini che vengono sistematicamente uccisi ogni giorno
nella Striscia di Gaza, coi missili, coi fucili, con la fame?
Perché i media non ci ricordano ogni giorno lo stillicidio di bambini
arrestati e trattati come adulti, bambini morti, feriti, mutilati,
senza casa, che prosegue ormai da anni nei territori palestinesi?
Non mi riferisco agli adulti, ai terroristi o ai tizi barbuti con
l'AK47 sempre a portata di mano. Parlo di bambini.
Se muore Yoseph è una tragedia, un'assurdità, una catastrofe. Se
sparisce dalla circolazione Yousef un danno collaterale, una minaccia
stroncata sul nascere, un futuro terrorista in meno. Un abominio a
senso unico, quindi.
Eppure, entrambi sono bambini. Bambini, accidenti. Non ebrei o
palestinesi, messicani o colombiani. Piccoli umani, esseri pensanti,
intelligenti, che hanno coscienza di cosa accade intorno più degli
adulti, coi quali la vita è stata cattiva da quando sono venuti al
mondo. Bambini per i quali bisognerebbe chiedersi se hanno mai avuto
l'opportunità di essere bambini.
Non dovrebbe esistere una classifica dettata dalla politica
internazionale nel determinare la gravità della morte di un bambino.
Eppure c'è. Ne muoiono centinaia, migliaia al giorno, eppure ci si
dispera per pochi.
Sono così pochi che per accendere i riflettori su quelli sudanesi un
attore ha dovuto farsi arrestare. Per parlare di quelli cambogiani
abbiamo bisogno che un'attrice ne adotti uno. Perché il dramma dei
bambini palestinesi sia rappresentato dai media cosa deve accadere?
Deve morire Madonna? Deve farsi sparare Johnny Depp? Tom Cruise deve
diventare uno scudo umano?
Questo doppiopesismo fa comodo a tutti, la coscienza non si
appesantisce né si sporca. Basta far finta di non vedere, firmare
petizioni su FB contro la vivisezione, accendere candele virtuali per
un giovane pilota morto, amare il proprio cane, e girarsi dall'altra
parte. So che non si può fermare il mondo e scendere, né è possibile
salvare tutti. Ma si potrebbe dare la stessa dignità a tutti. Quello
sì.

giovedì 15 marzo 2012

A VOLTE RITORNANO

Riassunto delle puntate precedenti.

Un litro di benzina costa più di un’oncia d’oro.

La disoccupazione è alle stelle, soprattutto quella giovanile.

Le tasse a pioggia.

La stagflazione.

Lo spread.

Le lacrime del Ministro Fornero (non si dica che ho usato l’articolo davanti al suo cognome).

Alfano Segretario del PdL, convinto di avere davvero voce in capitolo nel suo partito (ok, potete ridere).

Gli stagisti di 43 anni.

Putin rieletto (rieletto, certo…).

La Camusso furiosa.

Landini sul piede di guerra (e quando mai?).

Marchionne sempre più marchionnesco.

Ikea che spia i suoi dipendenti (sì, proprio quelli sempre sorridenti vestiti con colori da Teletubbies).

Il primo compleanno di Lucio Dalla senza Lucio Dalla.

La campagna elettorale francese (allô, oui, est la France?).

La campagna elettorale negli Stati Uniti (yes, we can vs no, you can’t).

Michele Misseri che continua a ritrattare (Zio Michele, cortesemente, vaffanculo).

Sara Tommasi che vorrebbe emulare Cicciolina in politica (senza parole).

Domenico Scilipoti provvisto di sosia (ok, potete ridere di nuovo).

SILVIO BERLUSCONI NON E’ PIU’ PRESIDENTE DEL CONSIGLIO.

Io sono tornata.

E se tornasse anche lui?..

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 
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