lunedì 6 dicembre 2010

UOMINI 3.0

Ultimamente gli elenchi hanno preso piede. Non intendo solo cavalcare l'onda, ma dare un vero e proprio contributo scientifico al genere umano. Eccovi il mio elenco, quindi.

UOMO AUTOBUS
Passa, ci sali sopra e pensi: beh, ora che so che passa di qui a quest'ora tutti i giorni sono a posto.
Errore fatale.
Dopo averlo preso per mesi, l'autobus, il tuo autobus, non passa più. Da un giorno all'altro, senza alcun preavviso. Avranno soppresso la linea?, ti domandi attonita.
No, di solito l'autobus ha semplicemente cambiato percorso.
Purtroppo non è stato soppresso, anzi, è in giro a caricare qualcun altro, altrove.
E' lì che capisci che devi comprare la macchina ed organizzarti diversamente.
Non prima di avergli bucato le gomme, però. Tutte.

UOMO RONDINE
L'uccello migratore in questione (trattasi di figura retorico-anatomica) in parte ricorda l'uomo autobus, con qualche importante variante sul tema. Anzitutto, è un uomo stagionale.
No, non è quello che paghi in nero per mettere a posto il giardino due volte l'anno, né il cameriere del villaggio turistico dove sei stata l'anno scorso.
E' un uomo ad intermittenza, come le lampadine dell'albero di Natale: per un paio di mesi sei il centro della sua vita e poi... puff! Sparisce dalla circolazione e dall'etere, manco l'avessero rapito le FARC. Ti struggi d'ansia per poi vederlo ricomparire alla chetichella qualche tempo dopo, come se nulla fosse. Altri due, tre mesi felici e poi ti tocca richiamare la Sciarelli. Non ci sono altre donne, ti fa sapere lo staff di Chi l'ha visto?, è chiuso in se stesso a riflettere. Su cosa? Forse su quanto è stronzo, mentre tu metti la tua vita in stand by in attesa del segnale decisivo.
Se riesci a non rimanere incastrata nel suo incomprensibile andirivieni, accendi un bel cero al tuo santo protettore: è un miracolo.

UOMO ORSO BIANCO
I grandi osservatori del National Geographic che hanno scoperto la specie gli hanno dato anche un secondo nome: Uomo Divano.
Affetto da una grave forma di letargia e da un'altrettanto accentuata sociopatia, preferisce la beata solitudo della propria dimora a qualunque altra attività. Soprattutto se questa riguarda te. Soprattutto se riguarda te fuori dal letto. Quando sbotti dopo l'ennesimo bidone, fa la vittima: Sono stanco, tu non mi capisci.
L'unico verdetto è vendicarsi, obbligandolo a correre. Al bagno. Dopo avergli riempito la Peroni di Guttalax.

UOMO DONNA
E' sempre in ritardo. Ha spesso mal di testa. Mette troppo profumo. Passa ore al telefono. E' lunatico. Guarda Un posto al sole invece di Controcampo. Non sa guidare. La sua voce ha sempre tre ottave di troppo. Si depila dappertutto. Ci impiega più di 30 minuti a fare la doccia e vestirsi. Usa un peluche fuxia come portachiavi. Ha una gatta di nome Bella, come la protagonista di Twilight.
Può bastare o devo continuare?

UOMO A DIETA
E' l'uomo che non sa scegliere, come una modella perennemente a dieta davanti ad un buffet gigantesco. Incapace di decidere, finisce sempre nell'ovvietà di un piattino d'insalata. Non capisce, però, che le rassicuranti foglioline gli dipingono sul viso un sorriso affamato che è quanto di più lontano esiste dalla sazietà. E dalla felicità.

UOMO KOALA
Versione maschile della donna gné gné, è il coccolone della mamma, il tenerone privo di sex appeal, tutto molli pucci e cippa lippa.
Abbraccioso e morbidoso, a tratti disgustoso.
Sposatevelo pure, ma ricordate: la noia è una bestia bruttissima...

UOMO PAVONE
Figlio di genitori che lo hanno idolatrato nemmeno fosse il re dell'universo, l'Uomo Pavone finisce inesorabilmente per credere alla sua mamma ignorando il resto del mondo.
L'aspetto piacente lo aiuta ad irretire povere donne che, nella peggiore delle ipotesi, finiranno a fargli da mamme, da mogli, da badanti. Tutto gira intorno a loro, a te girano solo le palle.

UOMO FERRARI
E' colui che passa così in fretta che ti domandi: Ma esiste davvero?
Ti rivolgi a Roberto Giacobbo per controllare che non sia stato un Chupacabras o un Mothman. Dopo numerose ricerche ed un'intervista a Zahi Hawass, Giacobbo conferma; esisteva anche ai tempi degli antichi egizi. Lo chiamavano puttaniere.

UOMO BRADIPO
E' quello in ritardo. Tardo a capire, tarda ad andarsene. E' come un Pokémon, e le sue trasformazioni possono essere deleterie.

UOMO PACCIANI
E' uno tra i peggiori. A volte è l'evoluzione dell'uomo bradipo. E' quello che ti fruga nell'immondizia, che si nasconde nel buio, ti segue tutti i giorni. Il suo habitat naturale è il penitenziario, il suo numero il 113. Liberarsene è come vomitare dopo una sbronza, stai subito meglio.




domenica 7 novembre 2010

RIMOZIONE FORZATA

Ci siamo.
La crisi di governo è arrivata.
Gianfranco Fini ha de facto ritirato i propri ministri dal Berlusconi IV ed ha dato poche chance al capo del governo: rimetti il mandato e discuti con noi di tutto.
La domanda che mi sono fatta io è: altrimenti?
La situazione, meramente numerica, è quella che segue.

PdL + LN = 293
PD + UdC + IdV + FLI = 302
Misto = 35

PdL + Lega Nord = 161
PD + UdC + IdV + FLI = 148
Misto = 14
Senatori a vita = 6

Di fronte ad un voto di fiducia, Berlusconi dovrebbe sperare nei gruppi misti e nei senatori a vita, e vista la Silvio way of politics la campagna acquisti sarà già iniziata da tempo.
E' impossibile dire se questa è la vera svolta che tanti aspettavano, e forse quello che ha stupito alcuni è che il discorso di Gianfranco Fini avrebbe potuto farlo anche Pierluigi Bersani, con qualche variazione sul tema ovviamente. Va sottolineato però che Fini non è nuovo a questo genere di esternazioni, quindi gli interrogativi sorgono spontanei.
Dov'è stato sinora? Di quale governo pensa di aver fatto parte?
Di quale partito ha contribuito alla fondazione?
Le risposte le conosciamo.
Fini ha pronunciato un messaggo molto chiaro sulla cittadinanza e sui diritti degli immigrati, senza ricordare che l'attuale legge sull'immigrazione porta il suo nome accanto a quello di Umberto Bossi; ha difeso gli amministratori del Sud (bacino di voti storico del vecchio MSI); ha spiegato come la Lega ha convinto il Governo ad utilizzare i Fondi FAS per la favorire i produttori di latte fuori legge pur di rafforzare la propria base elettorale. La Lega Nord è stata indicata come elemento di divisione del paese e come una vera e propria sacca di ignoranza all'interno del Parlamento. Toni pesanti, senza precedenti.
Torno quindi a chiedermi: perchè Fini ha accettato un alleato scomodo come Bossi già nel 2001?
Perché non ha cercato di essere lui il primo consigliere di Silvio Berlusconi, invece di lasciare campo libero alle cene del lunedì ad Arcore, dove il suo posto è stato invece occupato da personaggi di scarso spessore?
In politica, soprattutto quella dei nostri tempi, l'adesione a certe posizioni è questione di opportunismo, non di opportunità.
Conveniva a suo tempo la Bossi-Fini? Sì.
Conveniva quell'aborto legislativo sulle telecomunicazioni che oggi è ricordato come Legge Gasparri? Sì.
Conveniva il Lodo Schifani? Sì.
Andava bene tutto, perché garantiva la partecipazione al potere, potere che Fini aveva soltanto intravisto sino ad allora e che invece dal 2001 al 2006 ha potuto assaporare appieno dalla Farnesina. Senza contare che allora aveva un alleato in maggioranza: è innegabile che all'asse Berlusconi-Bossi si contrapponesse quello Fini-Casini. L'uomo che si è fatto da solo, l'estraneità ai sotterfugi della politica della casta e la rivendicazione pecoreccia d'influenza su Roma ladrona contro la politica di professione frutto di anni di gavetta e militanza. Venuto a mancare Casini, Fini è stato certamente isolato, escluso dalle decisioni che contavano sul serio e relegato nel recinto di chi avrebbe dovuto solo annuire e sorridere alle barzellette del Premier. Fini è stato sul palco durante il congresso fondativo del PdL solo perché era il presidente di AN, non perché Berlusconi intendeva spartire il potere nel partito e nel governo con lui. Berlusconi è un accentratore, un ghe pensi mi, e se Fini sperava di concorrere con lui sul serio dimostrerebbe un'ingenuità che francamente non penso sia plausibile in un uomo della sua esperienza.
Impossibile per uno con la sua storia e la sua competenza politica accondiscendere a tutto questo, quindi ecco la rottura, la richiesta di dimissioni alla quale non tutti credevano si sarebbe arrivati. Molti commentatori avevano prospettato un ricalco del discorso di Mirabello, invece Fini è andato oltre, molto oltre, ha giocato il tutto per tutto e ha delineato una possibile spallata. Penso che gli rimanga solo un ultimo atto di coraggio da compiere, lo stesso che consiglia a Berlusconi: dimettersi. Il suo ruolo istituzionale è fortemente compromesso dal comizio di oggi, non più credibile dopo l'avversione dimostrata al governo e alla sua inconsistenze azione negli ultimi due anni.
Spero che Fini dimostri il buon senso di cui, sono certa, Berlusconi non farà sfoggio.
Le mosse del premier sono facilmente prevedibili, per chi lo conosce: non si dimetterà mai, non cederà mai, si farà piuttosto sfiduciare in Parlamento ma mai se ne andrà di sua sponte.
E sono pronta ad una scommessa: domani, in controtendenza rispetto al resto dei quotidiani della nazione, Libero ed Il Giornale titoleranno anche sulla casa di Montecarlo, oscurando definitivamente il caso Ruby.
E siamo solo all'inizio.

domenica 24 ottobre 2010

Roba da matti

Conoscete la breve novella di Pirandello in cui la signora Frola e il signor Ponza si accusano l'un l'altro di follia?
La signora sostiene che il genero sarebbe gelosissimo e da quattro anni terrebbe la sua povera figlia Tildina segregata in casa, e che sarebbe obbligata a vederla da lontano e darle sue notizie per lettera, attraverso un canestro calato dalla finestra. Dal canto suo, l'uomo afferma che Tildina sarebbe morta da quattro anni, che la donna che convive con lui sarebbe la sua seconda moglie e che solo per pietà si presterebbe al gioco della povera signora impazzita di dolore, fingendosi sua figlia.
Nel suo genio assoluto, Pirandello usò questa metafora per spiegare a suo modo che ognuno di noi avrebbe la sua verità, quella che più preferisce, costruita su misura, e la realtà sarebbe così soggettiva da non esistere al di fuori dell'individuo.
Sembra stia accadendo la stessa cosa in Parlamento.
I deputati e i senatori del PdL ed il ministro Alfano starebbero profondendo i loro sforzi nel fare approvare una legge ad personam che nessuno avrebbe chiesto.
Ma come, direte voi, una legge ad personam non ha un destinatario, anche se apparentemente sembra diretta alla totalità del paese? Certo.
In questo caso non si è nemmeno tentato di dare una parvenza di generalità ed astrattezza alla norma, si fanno i praticamente nomi e cognomi dei destinatari del privilegio, calpestando il Diritto Romano, le consuetudini, la Costituzione, la Dichiarazione Universale dei Diritti Umani e via discorrendo.
Questo però è il paese dell'oltre, e si è ovviamente andati oltre la banale violazione del principio del privilegia ne irroganto: il Lodo Alfano ci fa tornare indietro al princeps legibus solutus, e quello che davvero sfiora l'indecenza è che il principe in questione si stupisce, guarda il mondo dal tubo catodico e farfuglia "Ma chi, io?!", come un Ciaula qualunque che scopre la Luna e l'impunità regalata dagli amici di partito. Il principe non ha chiesto niente, e chi ha capito il contrario si è sognato tutto.
Qual è la verità, quindi? Berlusconi è uno dei mali dell'Italia, oppure sono i suoi detrattori a vedere il male dappertutto?
Alla fine della novella, i compaesani dei protagonisti si spaccano la testa per trovare la soluzione: chi è il pazzo tra i due? Chi, seppur nella sua strabiliante normalità di facciata, cova l'insanità mentale? Pirandello non ce lo dice, e volete scommettere? Gran parte degli italiani finirà come i cittadini di Valdana: ignoreranno il tutto o fingeranno di non sapere, come se in casi come questo possano esistere realtà e verità soggettive; il nome del pazzo non sarà mai pronunciato e lo status quo sarà mantenuto.
Così è, se vi pare.


martedì 19 ottobre 2010

Il Dono Alfano

Un lodo da non lodare, questo Lodo Alfano.
Anzitutto perché non è un lodo. Ritengo infatti importante sottolineare con forza, così come è stato fatto lunedì sera all'Infedele, che le parole dovrebbero essere utilizzate nel modo giusto, e non svuotate del loro significato e fruite secondo il proprio comodo.
L'Accademia della Crusca riporta numerose definizioni di questo termine da altrettanti dizionari, e nessuna corrisponde a ciò che è in realtà il cavallo di battaglia del Ministro della Giustizia, cioè una proposta di legge che se approvata diverrebbe una legge ordinaria dello stato.
Sandro Bondi questa sera a Ballarò annaspava, dichiarando che in molti altri paesi esiste una norma simile. Stefano Rodotà, da fine giurista con esperienza internazionale qual è, gli ha fatto notare che non è proprio così e che, soprattutto, l'immunità in quei casi è riservata in via esclusiva al Presidente della Repubblica.
Questo lodo, appunto, del lodo non ha proprio nulla. Non c'è l'arbitrato, non c'è la mediazione, non c'è il compromesso. C'è l'intrallazzo, il favoreggiamento, la copertura, l'inganno, il soverchiamento dei diritti altrui, ma non c'è alcun lodo. C'è il regalo, il favore, l'omaggio definitivo, la legge ad personam principe che i berluscones vogliono tributare al loro leader incontrastato per metterlo definitivamente al sicuro dalla giustizia.
In questo progetto di legge, già approvato dalla Commissione Affari Costituzionali del Senato, si prevede che il Presidente della Repubblica e il Presidente del Consiglio, eventualmente parti in un processo, godano di una moratoria del processo stesso, pure in via retroattiva, cioè anche se questo è iniziato prima che fosse assunta la carica, e anche se riguarda affari che esulano dall'esercizio delle funzioni istituzionali.
Un aborto costituzionale, un totale insulto all'articolo 3 della nostra Carta Fondamentale, ma non solo. Oggi si è consumato un altro scandalo, a mio avviso, a cui nessun telegiornale ha dato enfasi.
Dopo averci illustrato metro quadro per metro quadro la casa di Montecarlo, nessuno ha alluso al voltafaccia dei finiani in materia di giustizia e legalità. Gianfranco Fini e i suoi oggi hanno rinnegato tutti i buoni propositi dichiarati durante il patetico divorzio all'italiana che va avanti da un anno e sembrano aver ceduto al diktat berlusconiano: se volete conservare il posto dopo le elezioni, piegatevi (semmai avete raddrizzato la schiena).
Futuro e Libertà delude tutti tranne Berlusconi, e chiarisce il valore chiave nella strategia dei finiani, quello della poltrona. Anche a costo di svendere anche l'ultimo barlume di dignità.

lunedì 18 ottobre 2010

GITA FUORI PORTA CON CADAVERE

C'erano una volta un ex carabiniere, una psicologa, un criminologo ed un conduttore televisivo che scommettevano su chi avesse coperto chi nell'omocidio di una quindicenne pugliese.
Non è l'incipit di una barzelletta. E' il pomeriggio di RaiDue.
L'uccisione di Sarah Scazzi sembra aver ridato vigore alle abitudini voyeuristiche della tv italiana: è vero, Bruno Vespa non ha ancora esposto il plastico del garage di casa Misseri nel salotto buono della tv italiana, ma vedrete, non tarderà.
Dopo la mamma killer Annamaria Franzoni i nuovi miti del momento sono Michele e Sabrina Misseri, un contadino che parla quasi solo pugliese stretto ed una ragazza dall'apparenza assolutamente normale.
Meglio l'erba dei vicini che i vicini di Erba, ma è ancora meglio quella che cresce intorno al pozzo in cui padre e figlia avrebbero gettato la ragazzina dopo averla strangolata e, pare, violentata. Addio anche a Chiara Poggi: il suo sorriso aperto nelle foto della laurea è stato sostituito nell'immaginario italico dallo sguardo timido della ragazzina bionda scomparsa a fine agosto.
In questi giorni Avetrana, settemila anime tra le province di Taranto, Brindisi e Lecce, è l'ombelico del mondo. Pare che altri piccoli comuni abbiano indetto gare d'appalto per omicidi di risonanza nazionale, così, per avere un'attrazione turistica. Non solo perché numerosi giornalisti bivaccano nei dintorni alla ricerca del minimo morboso particolare da riferire ai pubblici di tutte le ore, ma anche per le centinaia, ripeto, cen-ti-na-ia di curiosi che non vedevano l'ora di precipitarsi lì.
Perchè il caso di Sarah è un'altra cosa.
Altro che Annamaria, mamma depressa, altro che Rosa e Olindo, che volevano solo un po' di silenzio, altro che Alberto Stasi, che si diceva fosse stato colto dalla fidanzata a cliccare pedopornografia su Internet.
Qui c'è l'intrigo amoroso con Ivano, il ragazzo conteso dalle due cugine. Come si possono trascurare poi la suspence della saga familiare, l'avventura della presunta fuga, la talpa che ha pubblicato su Facebook le foto del cadavere e, soprattutto, la crudeltà nell'esecuzione dell'omicidio, degna di un Dario Argento in grande spolvero?
"Abbiamo portato i bambini a fare una gita", dichiara un papà.
"Siamo venute a vedere la casa... sì... e cerchiamo indizi!". L'aspirante Miss Marple ha un sorriso estatico ("Oh-Madonna-sono-in-tv!") ed uno sguardo così ebete che lascia intendere che non capirebbe che il marito la tradisce nemmeno se lo beccasse a letto con un'altra.
Tutti novelli Sherlock Holmes, questi italiani.
Tutti interessati alla povera Sarah, tutti pregni di umanità, tutti immedesimati in mamma Concetta, tutti contro il mostro Misseri che crolla come Raskol'nikov davanti agli inquirenti, tutti contro Sabrina, cavalcando l'onda dell'inchiesta in corso.
Sono gli stessi italiani che vedono una donna per terra in una stazione della metro e non solo non si chinano a soccorrerla, ma la schivano, e non chiamano nemmeno il 118. Sono gli stessi che vedono pestare a sangue un tassista, non in piena notte, ma all'ora di pranzo, e a malapena, nella discrezione fornita dalle tapparelle, sussurrano nella cornetta "C'è a terra un uomo privo di vita in largo Caccia Dominioni". Voyeurs, appunto. Guardare e non toccare, spiare e non intervenire.
La tv e i guardoni si alimentano a vicenda: la domanda crea l'offerta, l'offerta crea la domanda. D'altronde, se hai settant'anni e nient'altro da fare, perché non trascorrere il pomeriggio con Milo Infante o con Barbara D'Urso? Perchè un produttore televisivo non dovrebbe spremere fino all'ultima goccia di share un caso del genere? Chissà quando gli ricapita una morte simile. Non ci sono più gli Alfredini Rampi d'una volta, bisogna ingegnarsi, fare dirette inutili dalle Procure anche quando non sta succedendo proprio niente, intervistare un pasticciere di Mottola solo perché una volta, un bel pezzo prima del delitto, ha chattato con Sarah, rivedere fotogramma per fotogramma le dichiarazioni di Sabrina alla stampa.
L'Italia ha problemi enormi, ma il debito pubblico e la legge elettorale non alimentano la depravazione di chi si nutre della disperazione altrui per dimenticare la pochezza della propria esistenza. Pertanto via la Gabanelli, e vai con Avetrana.
Sino al prossimo omicidio.