lunedì 28 febbraio 2011

L'UOMO SENZA VERGOGNA

Fabrizio Corona è una persona piccola, questo è certo.
E' così piccolo da poter passare sotto le porte? No.
Lo è abbastanza, però, da entrare di soppiatto dalle finestre in casa di una ragazzina morta ammazzata dal suo stesso clan familiare.
Grazie ai media tutti sappiamo chi è Sarah Scazzi. Non intendo certo insultare la sua memoria quando dico che sentire questo nome mi fa venire la nausea: non è con la povera ragazza che ce l'ho, ovviamente, ma con chi intorno alla sua morte ha creato un can can che non si vedeva dai tempi del delitto di Samuele Lorenzi. Annamaria Franzoni e il suo "Non avrò mica pianto troppo?" impallidiscono di fronte al ritrovamento del cadavere annunciato in diretta a Chi l'ha visto?, converrete anche voi.
Molti, gli stessi che hanno trascorso ore con la flebo attaccata al tubo catodico in attesa della minima novità da Sabrina, Michele, Ivano, hanno criticato gli Scazzi per la scarsa discrezione con la quale è stata gestita l'intera vicenda, lodando la famiglia Gambirasio. Così riservata, così refrattaria alle telecamere. Così insolita per questi tempi, in cui tutto è in vendita, anche la tragica morte dei propri figli.
Ora che anche Yara è stata ritrovata mi aspetto che, come minimo, Corona si travesta da operatore del 118 e cerchi di intrufolarsi all'obitorio, che so, per cercare di fotografare il cadavere, magari.
Alla madre di Sarah sono stati offerti dai 50.000 ai 100.000 euro per un'intervista esclusiva. Quello di Sarah è quasi un warm case, un caso tiepido, passatemi il neologismo, né caldo né freddo, messo lì in stand by in attesa che Misseri cambi versione per l'ennesima volta.
Quanto varrebbe un colloquio con i Gambirasio, che rappresentano la tragedia del momento? 200.000 euro? 250.000?
Che prezzo si potrebbe ipotizzare per la distruzione dell'ultimo pezzetto di dignità rimasto a due ragazzine morte? Mamma, quanto vuoi per dare in pasto ad un'opinione pubblica ignorante e morbosa i ricordi che hai di tua figlia?
Questa è l'ultima bravata del paparazzo nazionale, un essere così privo di attrattive interiori da doversele necessariamente procurare all'esterno. Ha una ex moglie modella con le labbra a canotto. Una fidanzata molto bella e molto chiacchierata. Un ex amico, Lele Mora, altrettanto chiacchierato, con amici molto potenti a loro volta chiacchierati, che gli avrebbe regalato auto e denaro "solo per amore platonico". Uno stuolo di collaboratori sempre pronti allo scatto, vero o costruito che sia. Tv e giornali sempre disponibili a dargli spazio, anche quando dovrebbe semplicemente andare a nascondersi. Gli mancano completamente la morale, l'etica, la pietas verso il genere umano, ma a chi interessa? Certamente non a Mediaset, con cui ha un contratto di collaborazione. Non agli editori a cui vende le sue foto. Non al pubblico che lo segue durante le sue apparizioni in tv.
Fabrizio Corona non solo è un uomo senza qualità*, visto che persino quelle insignificanti deve mutuarle dalla fauna di dubbio gusto che lo circonda.
E' soprattutto un uomo senza vergogna, nella maniera più totale che si possa immaginare.




*Chiedo perdono a Robert Musil, visto il nome che ho accostato al suo capolavoro, ma non è colpa mia se ha scelto un titolo geniale.

domenica 27 febbraio 2011

DOPO UN PO' D'ASSENZA...

La Libia è in fiamme, e la situazione è molto più tragica che in Tunisia ed in Marocco. Il motivo è semplice. Il dittatore libico è molto più pazzo e sanguinario dei suoi cugini egiziani e tunisini. Gheddafi al contrario di Ben Ali e Mubarak non molla. Ha assoldato mercenari provenienti da paesi dell'Africa Nera ed è arrivato bombardare il suo popolo con i caccia.
I pochi medici che hanno potuto comunicare con l'estero hanno parlato di ragazzi letteralmente DISINTEGRATI dall'artiglieria delle milizie del sosia scemo di Santana.
La Cirenaica è in mano agli insorti, e pian piano stanno conquistando anche la Tripolitania, anche se la capitale rimane il fortino di Muammar.
Questa rivolta ha due facce. Una drammatica, che vede la gente morire per strada mentre l'Europa e gli States si preoccupano delle ripercussioni economiche che tutto questo avrà su di loro. Una divertente, fatta dei discorsi che il Rais confeziona sul modello di Bin Laden. Penserete che non c'è niente da ridere, ma è quasi meglio che ascoltare Berlusconi. Nel dramma, chiunque abbia competenze politiche anche minime non può non sorridere amaramente.
"L'Italia e gli Stati Uniti forniscono armi ai ribelli". "I ribelli sono ratti, e noi li schiacceremo!". "I paesi stranieri drogano pochi ragazzi e guarda cosa succede". (Dopo aver già ammazzato centinaia di persone) "Non abbiamo ancora utilizzato la forza ma lo faremo se necessario". Ma ecco la migliore: "Sarà un inferno. Chi non mi ama non merita la vita. Abbiamo sconfitto gli invasori italiani e sconfiggeremo ogni tentativo straniero."
Il nostro atteggiamento come sempre è stato da manuale. Il manuale dei politicamente incapaci, degli incompetenti diplomatici, vedetela come vi pare. Sabato scorso Silviuccio nostro dichiarava, mentre in Libia si sparava sui manifestanti, "Non chiamo Gheddafi. No, non l'ho sentito. La situazione è in evoluzione e non mi permetto di disturbare nessuno". Come se fosse sotto la doccia e non potesse rispondere il telefono, o stesse giocando a golf con Tiger Woods. Non voglio tediarvi, ma vi prometto un'analisi del testo approfondita del discorso di Gheddafi e di un discorso di Berlusconi, prestissimo. Ci sarà da sbellicarsi per le somiglianze.
Chiudo l'argomento con un geniale commento a tutto quello che sta succedendo, scritto su Twitter da un ragazzo libico: Il discorso di Gaddafi sembra ridursi a "Tutti fanno uso di droga tranne me. E inoltre, io sono Batman".



Mentre ai suoi amiconi butta malissimo, Silvio non può lamentarsi. La campagna acquisti in Parlamento procede spedita, e anche se qualche "puritano" prova a denunciare la maggioranza è sempre più solida. I magistrati indagheranno comunque su quanto dichiarato dal senatore democratico Gino Bucchino, nome da cartone animato anni 80, eletto nella circoscrizione del Nord America. Pare che un emissario di Denis Verdini gli abbia offerto 150.000 euro e la rielezione sicura pur di annoverarlo tra i "Responsabili" (leggi: venduti). Gli interessati negano, ma Bucchino non cambia versione. Vedremo.
Intanto è Silvio Show. Ieri in conferenza stampa è sfuggito alle grinfie di un imbarazzatissimo Gianni Letta ed ha affermato che la Sinistra vorrebbe tanto partecipare al bunga bunga. Letta secondo me avrebbe preferito trovarsi in mezzo alle proteste libiche, vista l'espressione inequivocabile.
Stamattina ha fatto due comizi nel giro di poche ore. Il primo dai Repubblicani, perlando di giustizia come solo lui sa fare. Via le intercettazioni, abbasso i giudici, viva me. Il secondo, dai Cristiano-Riformisti, ha riportato in auge la più grande paura di Berlusconi: i comunisti. Vede comunisti dappertutto, al contrario degli elettori della sinistra, che non ne riescono a trovare più nemmeno uno. La scuola pubblica non educherebbe, anzi, sovvertirebbe i propositi educativi delle famiglie. I single non adotteranno mai, e mai, mai saranno riconosciute le coppie omosessuali. Amen.
C'è davvero molto, troppo da ridere. L'uomo più chiacchierato della Terra per le sue liasons indossa la sua miglior faccia da culo e fa la morale a chiunque gli capiti a tiro: insegnanti, omosessuali, single.
Sensa cunissiun.

mercoledì 9 febbraio 2011

SE LO ZAR TI CACCIA A PEDATE

Luke Harding, fino a poche ore fa corrispondente dalla Russia per il Guardian, giornalista navigato già inviato a New Delhi, in Afghanistan e in Iraq, è stato espulso dal paese in cui lavorava.
Persona non grata.
La sua colpa?
L'aver messo come molti altri le mani sui files russi di Wikileaks che, tra le altre cose, definiscono il paese degli Zar "mafioso". Un'altra banalissima verità, una nuova scoperta dell'acqua calda che non ha fatto piacere a Vladimir Putin. Ancor meno deve averlo rallegrato l'intenzione di Harding di pubblicare a breve un libro sull'argomento insieme ad un monumento del giornalismo britannico, David Leigh.
Do svidaniya, сэр Harding.
"Per Lei la Russia è chiusa. Per sempre", pare che siano state le parole pronunciate dal funzionario incaricato di imbarcarlo per il primo aereo per Londra.
Un ritorno alla Guerra Fredda?
E' troppo presto per affermarlo, ma certamente non è un gesto di distensione verso la Perfida Albione, che in questo momento ospita malvolentieri il guru di Wikileaks, protagonista di un processo d'estradizione verso la Svezia.
Non credete mai a nulla finché non sia stato ufficialmente smentito, ha detto Anthony Jay, autore televisivo e scrittore inglese riprendendo Otto Von Bismarck.
L'establishment russo ha bollato i files incriminati come "non meritevoli di commento". Non li ha nemmeno degnati di una smentita. In pratica, li ha definitivamente accreditati.
Il nostro, di establishment, si è agitato un po' troppo nello smentire, confermando tutto quello che le ovvissime, lapalissiane "news" di Wikileaks avrebbero rivelato al mondo: Berlusconi, udite udite, sarebbe un vecchio puttaniere amante delle barzellette, privo di qualunque traccia di serietà.
Nessuno l'avrebbe mai sospettato, vero?
Qualcuno sussurra che Harding è stato fortunato.
Per lui poteva esserci il Trattamento Politkovskaya, o la Cura Litvinienko.
Il segnale però non è incoraggiante.
La natura fondamentalmente anarchica dei rapporti tra gli stati sovrani, inquinata dagli innumerevoli disegni imperialisti dei soliti noti, sta degenerando, ritornando indietro nel tempo: mentre con una mano si cerca di arginare la crisi più devastante mai conosciuta, con l'altra si abbattono pian piano i diritti acquisiti, come quello all'informazione.
E' per questo che il caso Harding è rimarchevole.
E' contemporaneamente la pietra tombale sulla libertà di stampa e sul diritto di cronaca in Russia ed il riproporsi della strategia abusata "Occhio non vede, cuore non duole".
Non puoi fotografare situazioni che non vedi, non puoi raccontare una realtà alla quale non partecipi, farlo vorrebbe dire inventare, e quella si chiama narrativa, non giornalismo. Quelle situazioni, quella realtà, lontane, sfocate, perdono d'importanza a livello internazionale se nessuno ne parla al di fuori di esse. Un'attenzione sempre minore che si traduce in una libertà d'azione totale per il governo di turno, russo, cinese, ugandese; qualunque nazionalità si abbini a quest'assioma, funziona.
Ricordatevi questa giornata, quindi: forse, presto, ci ritroveremo a replicarla.

giovedì 3 febbraio 2011

PENISOLA ITALICA, CALMA PIATTA

Abdelaziz Bouteflika, Presidente dell'Algeria, ha capito meglio di chiunque altro che l'aria che tira per i leader del mondo islamico è brutta, molto brutta.
Non bisogna lasciarsi andare al caos, all'anarchia e agli eccessi, dice, ma il popolo potrà manifestare liberamente. Non nella capitale, non utilizzando contrassegni partitici, ma potrà.
In Egitto la situazione è precipitata definitivamente. La guerra civile è un rischio molto concreto: da un lato gli oppositori del regime, dall'altro i picchiatori di Hosni Mubarak, che stanno massacrando i civili. Il Rais ha dichiarato che morirà in Egitto, forse senza considerare che se andrà avanti così questo potrebbe accadere prima di quanto immagini. La sfumatura più preoccupante in tutto questo è la persecuzione dello straniero, soprattutto se giornalista. La caccia all'uomo è aperta. Tra i primi a farne le spese c'è Daniel Williams, marito di Lucia Annunziata, prima giornalista e poi attivista per i diritti umani, tutt'ora agli arresti.
Anche nello Yemen le proteste impazzano: la capitale Saa'na è teatro di scontri tra le forze governative, a prevalenza sunnita, e quelle sciite.
Italiani, non preoccupatevi. Da noi tutto normale. Tutto uguale a ieri. Si va a puttane, come al solito.

martedì 1 febbraio 2011

A SCUOLA DI PIEMONTE. MA COI VOSTRI SOLDI

Bello. Bellissimo, questo progetto. Già.
L'assessorato di Alberto Cirio cerca di stimolare la mobilità turistica interna con un bando destinato alle scuole: studenti, non uscite dal Piemonte per le vostre gite scolastiche! Dalle elementari al biennio delle superiori, tutta la natura e la cultura di cui avete bisogno è a casa vostra, al massimo ad un paio d'ore d'autobus dalla vostra classe. Viviamo in una regione splendida, godiamocela.
Care maestre, care famiglie, la Regione vi da una mano! Dal 13 gennaio, e per 60 giorni da questa data, potrete inviare la vostra domanda, una per classe; i 150.000 euro stanziati saranno assegnati alle richieste che ricalcano "percorsi formativi ammissibili" secondo il più classico criterio temporale: chi arriva primo, vince.
Il premio può essere di due tipi. Se il viaggio sarà di un giorno solo, il contributo sarà di 150,00 euro per classe; se invece durerà di più, la classe godrà di 150,00 euro per il primo giorno e 50,00 euro dal secondo in poi.
Non sono molti soldi, ma ogni centesimo fa comodo, in un periodo come questo.
Anche allo Stato. Soprattutto allo Stato.
La documentazione da inoltrare alla Regione dev'essere infatti provvista di una marca da bollo da 14,62 euro, somma che, moltiplicata per le 18.656 classi aventi diritto (dati forniti dallo stesso bando), regalerebbe virtualmente allo Stato 272.750 euro. Esatto, 122 mila euro mal contati in più rispetto a quanto stanziato.
Se ne tassano molti quindi, e se ne aiutano pochi, e non le scuole più povere, non i bambini più indigenti, ma quelli con le maestre più veloci; una piccola lotta fratricida nella quale sono comprese anche le classi delle scuole non statali (leggi private).
Dov'è la logica in tutto questo? Non riesco a vederla.
E' un meccanismo così semplice e geniale di mungere il popolino da meritare una menzione speciale su tutti i giornali, e invece niente, nessuno ne parla.
Facciamolo noi, quindi: fate girare l'informazione, scoraggiate le maestre dei vostri figli che sono tentate da questa trappola in carta bollata, e la prossima volta che andate alle urne pensate bene a chi state dando il vostro voto.