In questi giorni si sta sventolando la bandiera "Fondi risparmiati all'Abruzzo", ma non è certo di oggi la richiesta del Comitato per il referendum, del Partito Democratico e di tanti altri di accorpare in un Election Day la consultazione popolare sulla legge elettorale e le elezioni per il Parlamento Europeo del 6-7 giugno.
Il Governo, al momento di ipotizzare le date, espresse un secco NO, il pressing della Lega che temeva e teme di perdere peso all'interno della sua coalizione fu troppo forte. Se il referendum avesse il risultato che i suoi promotori auspicano, il premio di maggioranza andrebbe alla singola lista e non alla coalizione di cui questa fa parte; al tempo stesso, sarebbe mantenuta la soglia di sbarramento e sarebbero vietate le candidature multiple dello stesso soggetto in più collegi.
Gli italiani sanno davvero come funziona la loro legge elettorale? Credo di no, e spesso non per ignoranza o mancanza di strumenti intellettuali per comprenderla. Forse perchè il suo stesso autore principale, l'attuale Ministro per la semplificazione normativa Roberto Calderoli, definendola pubblicamente una porcata, ha dato un'interpretazione realistica? Chi lo sa. Lungi da me l'intenzione di salire in cattedra, ma proverò a darvi qualche dritta.
Non esistono più i collegi uninominali: prima si sceglieva a regime maggioritario un nome e su un'altra scheda si indicava la lista, che andava ad attingere alla percentuale di preferenze destinate al sistema proporzionale. Oggi il sistema è sostanzialmente proporzionale, quindi si votano solo le liste, riempite a piacimento dai partiti. E' impossibile sapere a chi va il proprio voto, insomma, si conosce soltanto il nome del capo della coalizione. Il premio di maggioranza è per la coalizione che prende più voti, e le assicura un minimo di 340 seggi alla Camera dei Deputati; per quanto riguarda il Senato, il premio è assegnato su base regionale, in modo che la coalizione vincente abbia almeno il 55% dei seggi della regione in cui ha vinto. Le soglie di sbarramento per la Camera sono così fissate: la coalizione deve prendere almeno il 10% dei voti a livello nazionale, il partito il 2% se coalizzato, il 4% se così non è. Al Senato il conteggio è sempre su base regionale, ed è del 20% per la coalizione, il 3% per i partiti coalizzati e l'8% se non lo sono. Vi risparmio la descrizione del metodo con cui vengono distribuiti i seggi tra i partiti di una stessa coalizione e vi chiedo scusa se non sono stata abbastanza chiara, ma Calderoli nel chiamare porcata la sua opera le ha fatto addirittura un complimento.
Risulta evidente qual è il terrore della Lega: se da un lato desidera che un gran numero di elettori si rechi alle urne a regalarle le preferenze necessarie per sedere a Strasburgo coi suoi candidati, dall'altro immagina gli stessi elettori crocettare la casella del SI ai tre quesiti del referendum abrogativo. Non potrebbe più minacciare "Se non si fa questo salta tutto", "Se non otteniamo quello cade il governo", perchè appare chiaro che sarebbero i partiti più grandi, PdL o Pd a seconda degli esiti, ad accedere ai premi. I leghisti non avrebbero più un rapporto da pari con i colleghi del Pdl, sarebbero ridotti al rango di subalterni un po' rompiscatole e messi in un angolo. Roba che all'Umberto, al primo "Nemmeno se ne parla" di Fini, verrebbe lo sturbo definitivo. Altro che dialogo, amicizia e buoni rapporti.
Per evitare quello che dev'essere uno scenario da incubo ai suoi occhi, Maroni cerca in ogni modo di scongiurare il pericolo Election Day, e anche adesso che ci troviamo di fronte ad una catastrofe come quella dell'Abruzzo il suo impegno in questo senso non va scemando. A quelli che sottolineano l'importanza di risparmiare 450 milioni di euro, il Ministro degli Interni risponde che il risparmio sarebbe "...solo di 173 milioni e comunque i fondi per l'emergenza ci sono". Ok, le cifre sono diverse, ma non riesco a capire se per Maroni 173 milioni di euro sono una cosetta da niente o se semplicemente ritiene che l'interesse di un partito debba costare agli italiani tutti questi soldi; vada a dirlo agli abruzzesi che una parte delle loro tasse sarà destinata a soddisfare un capriccio leghista. Le risorse per l'emergenza ci sono? Bene, i risparmi siano allora utilizzati come sostegno ai disoccupati, alla ricerca, alle famiglie disagiate. Di cose da fare ce n'è eccome, ci parlano di continuo di sacrifici da fare per uscire dalla crisi e poi sprecano senza nemmeno cercare di dissimulare. Questa sarebbe la "politica del fare"?
Maroni più che badare agli Affari Interni del paese si dedica a quelli del suo partito... Ai lettori, anche a quelli che hanno votato per l'attuale coalizione di governo, chiedo: meritiamo davvero di assistere a faccende del genere? Ma soprattutto, dopo questa, li vorreste al Parlamento Europeo? Forse sarebbe meglio affidarsi al miglior principe che l'Italia abbia avuto, De Curtis: qui c'è da piangere, con lui la situazione non potrebbe che migliorare.
To be continued?..
Saluti da Utopia.
RispondiEliminaCiao Francesca,
qui ad Utopia ci siamo divertiti a fare un calcolo: nelle ultime elezioni che si sono tenute da voi, per la Camera dei Deputati hanno votato circa il 75% degli aventi diritto.
Per i vostri politici il dato è "nella media" e, dunque, "giusto". Qui ad Utopia se un uomo su quattro non esercita il suo diritto di voto, che è anche Dovere Civico, è una sconfitta per tutto il sistema politico.
Il calcolo continua: se si sottraggono schede bianche, nulle e voti andati ai partiti che non hanno superato la soglia di sbarramento, si ottiene che alla Camera è rappresentato circa il 68% della popolazione italiana.
2 cittadini su 3.
Totò e Peppino sì, la malafemmena no.
Il risultato di questo calcolo ad Utopia è utilizzato come barzelletta:"Uno su tre no!!!" e giù a ridere... "Porcata!" e giù altre risa!!
Ma non ridiamo più quando pensiamo al fatto che siete riusciti ad ottenere una così ridotta visione del mondo. Ogni problema ha per voi due sole soluzioni contrapposte e non c'è spazio per una terza. E chi pensa fuori dal coro non ha diritto a manifestare il proprio dissenso. E vi siete dimenticati che i grandi passi verso una società moderna li avete fatti grazie alle lotte referendarie dei piccoli partiti, non di quelli dirigenti.
Qui ad Utopia i politici sono incensurati, non professionisti e prendono lo stipendio di un operario.
Ma questa è Utopia.
Ciao.
Stefano Bellini
francesca (nel senso di p...) il tuo blog non è male, avremo tempo per discuterne... in questi giorni troppe cose mi assillano la testa e ho bisogno di metabolizzarle per capirle.
RispondiEliminaquando hai un attimo passa da www.avanspettacolo.wordpress.com
sono bene accetti gli insulti, NON i commenti politicamente corretti. se non ci si provoca a vicenda non si va da nessuna parte.
in efetti forse hai ragione anche se io non mi sono mai preoccupato di tutelare la mia privacy :)
RispondiEliminatra l'altro il blog di wordpress ha la moerazione automatica dei commenti quindi non appare niente che io non voglia. fino a che non avrò capito come si leva...
pkk è una evoluzione/contrazione di pinkmoon che è stato il mio nick storico per qualche anno in onore a nick drake ovviamente. in ogni caso sei autorizzata a firmarti ira
Pinkmoon è più bello :) E dell'IRA condivido le ragioni di lotta, pertanto considererò l'opportunità :)
RispondiEliminaChi di spada ferisce, di spada perisce. La banda legaiola fu promotrice dell'attuale legge elettorale. Aspettiamo fiduciosi che la cura a base di cellule staminali, che ha permesso la guarigione di un tumore, non consenta l'immortalità.
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